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Caucaso in fiamme : la Turchia per la cooperazione e la stabilità dell’area

Dopo la funzione di mediazione assunta nel contenzioso Siria – Israele (il 4 settembre Erdoğan si recherà anche per questo a Damasco) e in quello concernente la questione del nucleare iraniano, la diplomazia turca mira a conquistare un analogo ruolo nel tormentato scenario caucasico.

Ankara ha finora mantenuto una posizione di neutralità nel conflitto, non accodandosi alle virulente critiche occidentali a Mosca ma mostrando un certo imbarazzo di fronte al riconoscimento russo dell’indipendenza di Abkhazia e Ossezia meridionale.

La Turchia mantiene in effetti buone relazioni con entrambi i contendenti : la Russia è diventato il principale partner commerciale, dotato di grande importanza dal punto di vista energetico, e la visita di questi giorni del ministro degli esteri Lavrov a Istanbul non ha fatto che confermare l’ottima intesa fra i due paesi. Un problema doganale che aveva recentemente provocato qualche dissapore (con blocco dei Tir turchi alla frontiera) è stato prontamente avviato a soluzione.

Prima di Lavrov il ministro degli esteri turco Babacan aveva interloquito con il collega georgiano Tkeshelashvili : anche con la Georgia gli scambi commerciali sono intensi ed è ora in progetto un’importante linea ferroviaria Baku – Tibilisi – Kars.

Ma la Turchia non sta soltanto a guardare, lanciando un’iniziativa piuttosto originale e coraggiosa, e soprattutto esente da pregiudizi antirussi : una piattaforma per la cooperazione e la stabilità caucasica aperta a Turchia, Russia, Georgia, Azerbagian e Armenia. Un’iniziativa che potrebbe in qualche modo svincolare la stessa Georgia dai suoi ingombranti (e bellicosi) padrini atlantici restituendola a una dimensione geopolitica a lei più propria. Fa sensazione la proposta turca – effettivamente quanto mai opportuna – di includere l’Armenia : un altro gesto di distensione peraltro corrisposto dalla controparte, che per bocca del ministro degli esteri ha fatto sapere di considerare molto positivo l’invito. E il 6 settembre avverrà qualcosa di rilevanza storica : in occasione dell’incontro di calcio Armenia – Turchia, valido per le qualificazioni ai mondiali, il presidente turco Gül, accompagnato da trenta parlamentari, si recherà a Erevan accogliendo l’invito del collega armeno Sarkisian, un sostenitore del dialogo turco – armeno.

Qualche giornale turco si chiede se tutto ciò farà piacere al senatore Biden, candidato vicepresidente degli Stati Uniti d’America e da sempre acceso inquisitore della Turchia, in ragione delle sue imperdonabili colpe storiche…. …
*Aldo Braccio, esperto della Turchia, è redattore di Eurasia. Rivista di studi geopolitici

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